Il segmento dell’assicurazione marittima si sta preparando allo scossone che colpirà il mercato in seguito al disastro della Costa Concordia. I manager delle compagnie di settore stanno infatti considerando l’opportunità di non sottoscrivere più polizze assicurative in un mercato di navi (e rischi) sempre più grandi.
Secondo gli assicuratori, il recente episodio ha messo in evidenza i rischi che corrono non solo le compagnie di crociera, ma anche le navi merci e le navi che trasportano materie prime come ferro o carbone.
E mentre gli assicuratori sono alle prese con il più costoso incidente navale nella storia, alcune compagnie stanno mettendo in dubbio la possibilità di offrire copertura in un mercato estremamente competitivo e dove i più faticano a guadagnare.
“La questione è: queste navi sono ancora gestibili?”, ha detto Dieter Berg, manager senior della divisione marine di Munich Re, uno degli assicuratori maggiormente esposti alle perdite della Costa Concordia. “Immaginate un incidente che coinvolga una crociera con 8mila persone a bordo o una petroliera in piena notte nel mezzo dell’oceano”.
L’assicurazione destinata agli scafi, che copre i danni materiali all’imbarcazione, non è riuscita, nel complesso, a genere profitti per 15 anni consecutivi, secondo l’International Union of Marine Insurance. Il settore dell’assicurazione cargo ha avuto risultati migliori, ma ha subito anch’esso forti perdite nel 2011.
Gli analisti hanno stimato che, una volta inclusi i danni ambientali e gli infortuni, le perdite legate all’incidente della Costa Concordia potrebbero raggiunge 1 mld di dollari (oltre 760 mln di euro), facendo della crociera affondata di fronte all’isola del Giglio lo scorso 13 gennaio la perdita maggiore mai registrata nella storia navale.
Duncan Southcott, responsabile del segmento marine per il Regno Unito di Allianz, ha detto che le dimensioni sempre maggiori delle imbarcazioni “deve essere una fonte di preoccupazione. Questo è il primo esempio di crociera andato male”.
Due assicuratori che non hanno voluto rivelare la propria identità hanno parlato di possibili rincari dei premi dell’ordine del 20% nel settore nautico in seguito all’incidente. Ma i broker ritengono che l’alta competitività del ramo renda improbabili degli aumenti tanto consistenti.
Le perdite legate all’incidente della Costa Concordia sono distribuite fra molti assicuratori, fra cui Generali, RSA Insurance Group e XL Group.
“Avrà un impatto questa perdita? Potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso per alcune compagnie – potremmo assistere ad una riduzione della capacità”, ha detto Marcus Baker, direttore della divisione nautica di Marsh. Ma ha aggiunto che il ramo dell’assicurazione navale è relativamente sicuro. “Il numero di infortuni e incidenti è stato storicamente basso. Il rischio degli assicuratori pertanto è sempre stato relativamente basso”.
Fonte: Financial Times